TECNICHE DI PESCA : VERTICAL JIGGING
PESCARE A VERTICAL JIGGING di Massimo Massari
Cercare di coniare un vademecum che descriva questo tipo di disciplina, senza obbligare nessuno a prendere un giorno di ferie per poterlo leggere, non è certo cosa facile. Cercherò di toccare alcuni aspetti tecnico-filosofici chiave, in maniera schietta ed essenziale, cercando di dare un’idea veritiera, a chi, questa tecnica, è intenzionato e consapevole di intraprendere.
Spero di riuscire ad essere chiaro ed esplicito; comunque vada, chi lo desidera, mi può scrivere e se sarò in grado, risponderò a tutte le domande che mi verranno poste.
PREMESSA GENERALE
Fermo restando che anche in questa tecnica il fattore “C” la fa da padrone, chi pensa che sia un modo facile di pescare si sbaglia alla grande. Il Vertical è una pratica che richiede perseveranza e convinzione. Essa, come tutte le altre tipologie di pesca, contribuirà ad ampliare la tua raccolta di cappotti, non ti preoccupare!
Il tutto inizia a comparire nella nostra penisola circa una decina di anni fa.
A memoria di pescatore mai nessuna tecnica ha avuto un’esplosione così dirompente come quella del vertical jigging. La chiave vincente è stata, senza ombra di dubbio, il tam tam mediatico da cui è stata supportata e quindi diffusa: la rete.
Essa, unitamente all’oggettività del tipo di pesca, ha reso possibile tutto questo, con i suoi forum e con i siti di video che tutti possono pubblicare, ha fatto pulsare le vene sul collo di tanti, fino ad indurli a cimentarvisi.
Da qui, coloro che fin dalla prima volta hanno catturato, sono stati immediatamente contagiati. Viceversa coloro che dopo le prime tre mezze giornate andate buche, hanno rimediato solo disturbi alla clavicola e alle articolazioni della parte superiore del tronco, si sono inesorabilmente arresi.
Arresi.
In parecchi.
Una terza parte, quella più caparbia, invece si è domandata il perché dei propri insuccessi, cercando di indagare sulle molteplici cause derivanti, riuscendo ad aggiustare il tiro, per potervi quindi ricadere dentro fino al collo dopo poco tempo.
Per oggettività, intendo il rilascio adrenalinico e la tempesta ormonale che crea “forte dipendenza” da Vertical: la ferrata.
A differenza di altri tipi di pesca, essa è improvvisa e molto violenta. Infatti, il pesce aggredisce il Jig precipitandovisi addosso con tutta la sua forza, e lo fa obbedendo agli istinti naturali per attività predatoria e molto spesso anche per difesa del territorio, imprimendo all’intruso forti musate.
Per tutti questi motivi, il vertical jigging causa inevitabilmente la comparsa evidente della “Sindrome da tira e molla”.
Da quel momento, non ne puoi fare più a meno. Durante il giorno non fai che pensare a come sarà la prossima, guardi il mare e l’orologio, ogni scusa è buona, cerchi di autoconvincerti che lavorare fa male e che per oggi hai lavorato abbastanza, poi il tempo stà cambiando e magari domani non riusciresti ad andare, ad uscire… Di colpo ti svegli, sei già fuori dal porto e non riesci nemmeno a ricordare se hai chiuso la macchina.
Che casino!
Poi di colpo, come un fulmine a ciel sereno, tua moglie, fidanzata o chicchessia, fa squillare il tuo cellulare. Rispondere sai che significherebbe inventarsi le scuse più assurde dovendogli dire che sei in tutt’altro posto, però nel contempo sai che ti tradirebbero il rumore del motore, il fruscio del vento, lo sciacquio delle onde…. Che casino! Non rispondo. E’ deciso!
Tocca a tutti, non ti preoccupare. Poi, parleremo anche dei tempi che necessita la famigerata:”Ultima cannata!”.
“Forza, adesso devo parlare di alcuni aspetti tecnici…”
Non cercate di capire quali sono i momenti della giornata più propizi ! A me è capitato di pescare a tutte le ore e con tutti i momenti di marea, subentro di basse pressioni, condizioni di luce di tutti i generi etc.etc. Ogni volta che penso di aver capito qualcosa… la volta successiva vengo smentito e sono di nuovo al punto di partenza.
A parte tutto, sappiamo benissimo che esistono momenti del giorno nei quali i pesci sono particolarmente attivi ed in caccia. Bene bisogna avere il “C” di trovarsi lì in quel momento. Vi sembra riduttivo? No, è così e basta, la verità è questa.
Il Vertical tutto sommato può essere paragonato allo spinning, tolto il fatto che anziché pescare in orizzontale, lanciando dalla scogliera o da riva, l’esca viene calata e recuperata in verticale da un’imbarcazione, facendola sfarfallare , abbinando movimenti cadenzati corti e veloci(Short jerking) con altri più lunghi ma altrettanto rapidi(Long jerk).
Ora, non voglio mettermi a scrivere su come bisogna “Jerkare” nei dettagli, perché vi farei due parabordi così! Andate nella sezione video e guardatevi quelli che ho selezionato e linkato.
“Cosa bisogna avere per poter pescare?”
Ok Pronti !
Allora per esperienza: solo roba buona. Poca ma buona! B U O N A !!!
Il BUONO, non deve essere per forza quello più costoso, stabilite il vostro budget (non facendolo sapere a lei!), guardatevi bene in giro e ripartitelo tra i vari componenti.
Tengo a ribadire questo concetto perché ricordatevi che il problema più grosso non è quello di indurre il pesce ad attaccare l’esca( cosa che prima o poi, se le cose sono fatte come devono essere fatte accadrà). Il problema è portarlo in barca, non seminando così inutili e lesivi piercing a destra e a manca.
Necessario:
CANNA
Essa deve essere dimensionata in base al luogo dove pescate e quindi alla taglia delle prede presenti e da voi ambite, alla grammatura dei Jigs che userete, unitamente alla profondità a cui intendete pescare. Le canne concepite per il vertical hanno gli anelli di un materiale durissimo resistente all’abrasione causata dall’uso con tracciati, generalmente si tratta di modelli come i Sic o Alconite della Fuji.
Non voglio mettermi a parlare di azione, lunghezza ect. perchè non la finerei più…
Evitate, specie se pescate nel nostro mare, di acquistare bastoni eccessivi che finiranno per essere accantonati in breve tempo, in attesa che partiate per l’auspicata vacanza di pesca ai tropici.
Come prima canna, vi consiglio una 100/180 o 100/200 grammi max. Assolutamente non oltre.
MULINELLO
Esiste in commercio una sterminata varietà di mulinelli da vertical jigging. Prima scelta: Bobina fissa(Spinning) o rotante(Casting)? Io li uso ambedue e mi trovo molto bene alternandoli. Sappiate però che se siete orientati verso un rotante, a parità di qualità, il suo costo rispetto ad un fisso, salirà inevitabilmente. E’ lapalissiano spiegare il vincolo nell’abbinamento canna-mulinello, per la differente tipologia di anellatura.
Tenete comunque presente, che l’attrezzo, per questo tipo di pesca, viene sollecitato e stressato in maniera esponenziale, nemmeno paragonabile all’utilizzo che avrebbe, se usato per altre tecniche.
Come primo mulinello vi consiglio un 8000 a bobina fissa con un rapporto di recupero uguale o inferiore a 5:1, preferibilmente 4,5-4,7:1
TRECCIATO
Anche qui vige lo stesso discorso “budget dominante”. Indispensabile (per il vostro portafoglio) che sia di quelli che cambiano colore ogni 10 mt, così saprete sempre a che profondità siete in quel momento, specie se su relitti o zone particolarmente ricche di agguanti. Questo accorgimento, vi permetterà di limitare le perdite, stoppando, dalla seconda calata in poi, un paio di metri prima di arrivare, non giocandovi così un jolly ad ogni discesa.
Se la bobina ve lo permette, cercate di avvicinarvi ad imbobinare 300 mt di trecciato, può sempre rivelarsi utile averne una buona riserva a disposizione. Dopo un certo uso potrete girarlo, in maniera da sfruttarlo sempre nel suo pieno potenziale di tenuta e di integrità.
Per quello che concerne il diametro, sappiate che il filo migliore è quello che a parità di carico di rottura dichiarato, ha il minor diametro ed è il più liscio possibile. Queste qualità però si pagano care, infatti 300mt. di trecciato di ottima qualità, vi costerà circa poco meno di un mulinello di qualità media(tanto per rendere l’idea). Un 50/60 lb è un buon compromesso per iniziare. Se vi buttate su diametri maggiori, dovrete considerare un accrescimento delll’attrito in acqua con conseguente aumento del tempo necessario per raggiungere il fondo, oltre alla relativa diminuzione della velocita di discesa dell’artificiale(minor efficacia). Il tutto, peggiora esponenzialmente in presenza di corrente.
FLUOCARBON Non mi soffermo sul fatto del perchè fluocarbon, se non lo sapete andatevelo a cercare… ah si! abrasione, rigidità, resistenza.. Sì Sì! proprio per quello! Io monto un finale da 8/10 mt dello 0.60 mm, se pesco più leggero posso arrivare allo 0.50 ma mai meno!
GIRELLE (100/130 lb) Queste, c’è chi le usa sempre, con tutti i tipi di mulinello. Io le monto solo quando pesco con il bobina fissa, in quanto per questitoni meccaniche, esso tende ad imprimere una maggiore torsione al multifibra. L’uso della girella mi permette appunto di scaricarla.
SOLID RING (300/450 lb)Sono anellini di acciaio chiusi. Si usano per fissare il braid dell’assist hook e vi si lega il terminale in caso di omissione della girella.
SPLIT RING (250/300 lb) Sono anellini di acciaio a spirale che si possono aprire. Tanto per intenderci come quelli che usate per tenere insieme le chiavi di casa con quelle del garage o della cantina dove tenete riposta l’attrezzatura da pesca(lontano dagli occhi indiscreti della vostra compagna che nemmeno ha un’idea di quello che avete accumulato e sopratutto pagato!), solo molto più piccoli. Lo split ring connette il jig, il solid ring dell’assist hook e la girella o in alternativa(come dicevo prima) il solid su cui viene legato il terminale.
PINZE DENTATE oppure unghie forti. Servono per aprire gli split ring e si usano spesso, specie per sostituire i jigs.
ASSIST HOOK Sono gli ami, di generose dimensioni legati ad un cavetto di kevlar inguainato in un tubicino di plastica. Il tutto deve essere circa 1/3 della lunghezza dell’artificiale e deve essere libero di sfarfallare in maniera da poter essere aspirato dalla bocca del pesce al momento dell’attacco. L’apertura dell’amo deve essere maggiore della larghezza dell’artificiale in modo da non potersi incastrare in alcun modo con esso. Ne esistono di già preparati, di varie misure, lunghezze e tipologia. Tuttavia non è difficile autocostruirseli ed è senz’altro più economico. Fornitevi di ami, braid apposito, tubo termorestringente e colla. Nella sezione video potrete trovare un esempio su come fare.
METAL JIGS Si salvi chi può!!! Se li dovessi portare tutti ogni volta che esco, dovrei assumere uno sherpa. Fortunatamente il jig che funziona di più è quello passa più tempo in acqua! Ne esistono una varietà non quantificabile, di varie forme , colori e peso. La prima distinzione che bisogna fare, è quella tra gli SHORT(piuttosto corti con il baricentro verso la testa) e LONG(un pò più lughi con il baricentro spostato verso la coda). Anche qui bisognerebbe aprire un dibattito. Ma io voglio essere sintetico quindi andate nella sezione video e fatevi un’idea di come sono i due tipi di jerkate! Le grammature che consiglio vanno dai 120 ai 220 g, difficilmente mi si rivela la necessità di andare oltre. Dovete trovare pescando la giusta armonia nel movimento, essere in ogni momento ” in contatto con l’esca metallica”, capire come si stà muovendo. Queste sono cose che non si possono capire leggendo…
PUNTI DI PESCA relitti, secche, scoglietti sparsi, salti di batimetrica ect. Insomma se non ne conoscete potete pedinare qualcuno (molti praticano questa disciplina con me), se lo cogliete di sorpresa, magari non se ne accorge subito ed è fregato! Memorizzate subito il punto sul GPS.
BARCA Ultimamente è in voga anche il kajak, tolti i canotti da supermercato con fondo gonfiabile, tutto il resto va bene, dipende dalla vostra disponibilità e dal vostro spirito di adattamento. Sugli spot che conoscete se volete ci potete arrivare anche a remi. Ma se siete motorizzati, forse è meglio.
ECOSCANDAGLIO Esso, è un’altro dei componenti, che pur non essendo espressamente “essenziale” per l’azione di pesca, ne può però determinare il successo, in quanto vi permetterà di vedere direttamente il punto preciso in cui vi trovate rispetto alla sua verticale. Se ben letto e interpretato vi consentirà di seguire in diretta l’intera azione di pesca.
GUADINO di generose dimensioni ma non industriale.
RAFFIO ci sono pesci che sfuggono dalla vostra immaginazione e avendo abboccato proprio a voi, potrebbero non entrare nel guadino che avete.
OCCHIALI lo scopo è quello di proteggersi, da eventuali jigs volanti e fuori controllo (vostri o di chi è con voi in barca) per non avere rallentato il recupero negli ultimi metri, non avendo riconosciuto il passaggio del nodo di giunzione del terminale sul primo anello della canna(apicale)
Andate e moltiplicatevi! La teoria serve a farvi risparmiare qualche soldo per cose inutili ma quello che poi vi schiarirà le idee è la pratica sul campo.